Il 18 Novembre 2017, alla vigilia della I° Giornata Mondiale dei Poveri voluta fortemente da Papa Francesco, Mons. Claudio Maniago inaugurava l’opera simbolo del Giubileo straordinario della Misericordia che si stava celebrando in quell’anno: Casa della Misericordia. Un luogo, appunto, dove sentirsi a casa: sono proprio le parole di don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, a descrivere a pieno il senso di Casa della Misericordia: “una carezza per i poveri di questo territorio, che dia ogni giorno l’attenzione della Chiesa nei confronti di questi fratelli e sorelle bisognosi”.

L’opera si è resa possibile grazie alle offerte dell’8xMille alla Chiesa Cattolica, ma grazie anche alla volontà della Diocesi di Castellaneta (nella persona di Mons. Maniago, molto attento ai temi della carità), di Caritas diocesana, della Fondazione Il Samaritano Castellaneta onlus (costituita da Mons. Vescovo per mettere la Caritas diocesana in condizioni di maggiore operatività nei diversi campi istituzionali) e della Cooperativa Il Giglio dello Ionio. La struttura si compone di una mensa per settanta persone (con cucina annessa), due unità abitative per alloggi nei casi di emergenza ed il centro antiviolenza. L’obiettivo di Casa della Misericordia – come ricordò Mons. Maniago quel giorno – è quello “di dare una risposta concreta alle tante povertà anch’esse concrete che in questi primi anni di ministero episcopale qui a Castellaneta ho avuto modo di discernere insieme agli operatori della Caritas diocesana, accogliendo con gioia l’invito del Papa ad essere comunità che vogliono essere segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi, un segno della misericordia di Dio”.

Nel giro di pochi mesi, Casa della Misericordia è diventato un prezioso punto di riferimento ed un’esperienza di umanità per tutti: non vanno sottovalutati, infatti, i dati riguardanti le diverse povertà di oggi, anche nascoste (forniti annualmente dal Rapporto di Caritas Italiana): l’esperienza della Casa della Misericordia serve infatti superare il pregiudizio, la vergogna e l’umiliazione che spinge a nascondersi: non soddisfa solo un bisogno primario, ma favorisce anche un percorso di reinserimento sociale.

Qui trovano posto anche i giovani: sono presenti i ragazzi che vivono l’esperienza del Servizio Civile Universale, ma non solo: alcune scuole elementari e gruppi giovanili parrocchiali della comunità diocesana si sono immersi nella realtà (a volte anche dura della povertà) dando il loro contributo nella struttura. Casa della Misericordia è anche luogo di aggregazione: nasce qui infatti lo Sportello Aggregazione Giovani (SAG), un progetto di costruzione partecipata di uno spazio polifunzionale dinamico, di promozione dell’agio giovanile e di prevenzione del disagio ed un luogo che favorisca l’incontro fra molteplici interessi, quindi un vero punto di riferimento per tutti i giovani del territorio e riempito di significati da chi lo vive.

Durante il periodo di lockdown derivato dall’emergenza Covid-19, Casa della Misericordia è stato il centro nevralgico della carità, coordinando gli interventi in favore dei bisognosi e dei nuovi poveri che la pandemia stava creando, con il sostegno dell’Osservatorio diocesano delle Povertà e delle Risorse, che ha permesso di attivare aiuti di vario genere: lo sportello informativo sui ristori del Governo nei mesi della ripresa, un numero di telefono dedicato per il sostegno psicologico a chi era solo o spaventato e disorientato in questa situazione e attività di aiuto per i ragazzi e le famiglie alle prese con la Didattica a Distanza.

L’attività di Casa della Misericordia non si è mai fermata e continua ad andare avanti, cercando le situazioni di emergenza dove portare contributo e ponendosi sempre come obiettivo la carità, “la più grande delle virtù”.

 

Nico Rotolo