Il presidio dell’Associazione Libera “Giovanbattista Tedesco” di Palagiano ha ospitato il suo presidente nazionale, don Luigi Ciotti, in un incontro dal tema “Dalla Memoria alla Responsabilità. La Memoria come consapevolezza per un impegno costante”. L’incontro si è svolto sabato 3 marzo 2018, presso il Centro Parrocchiale “Amedeo Orsini” della Parrocchia Maria Santissima Annunziata, e si inserisce nel percorso di preparazione alla XXIII Giornata Nazionale della Memoria per le vittime innocenti di mafie.
Presenti varie associazioni operanti sul territorio e una buona rappresentanza di giovani e del mondo della scuola.
La Giornata Nazionale si svolgerà, come di consueto, il 21 marzo, primo giorno di primavera, avrà per tema “Terra, solchi di verità e giustizia”, e quest’anno sarà ospitata a Foggia. Prima dell’incontro di Palagiano, don Ciotti nel pomeriggio ha fatto tappa a Mottola, dove si è svolto un altro incontro pubblico, organizzato dal presidio locale di Libera, presso la Chiesa Battista guidata dal Pastore Dario Monaco.
Nel suo intervento don Ciotti ha sintetizzato i motivi ispiratori che hanno portato alla nascita di Libera, ricordando gli incontri significativi per la sua vita e per la vita dell’associazione, tra questi: Giovanni Falcone, conosciuto a Trieste pochi mesi prima della morte, Paolo Borsellino, don Tonino Bello, Papa Francesco. Accanto a nomi noti trovano posto tanti volti senza nome, volti di madri che piangono la morte dei propri figli avvenuta per mano della mafia.
Queste le sue pro-vocazioni: “Il dolore è cosa comune a tutti i familiari e tutte le vittime hanno il diritto di essere ricordate, di essere chiamate per nome. Il nostro dovere è non dimenticare, ma ricordare sempre la nostra storia, riconoscere l’importanza della memoria e dei segni dei tempi. Ognuno di noi è chiamato a compiere il proprio dovere. Occorre educarci a cogliere le positività dei nostri territori: educhiamoci ed educhiamo gli altri. Le positività sono segno di speranza. A noi tutti il compito di scoprire il bello che c’è, incoraggiarlo e sostenerlo. Non dobbiamo mai essere perplessi, come diceva don Tonino “specialisti della perplessità”, né mormoranti, ossia poveri di coraggio”.
Tre parole nella sua consegna ai giovani presenti: “Continuità, condivisione, corresponsabilità”.
Quando gli abbiamo chiesto di fare una foto per il nostro periodico diocesano, ha risposto di sì e ci ha chiesto come si chiamasse. Quando ha scoperto il suo nome, “Adesso”, ci ha detto: “Adesso?… Grandi!… Come il giornale di don Primo Mazzolari!”.
Rocco Emanuele Valente