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La Parola accende la prossimità. Il Vescovo ha incontrato le vicarìe per la lectio divina

Con la lectio divina vicariale tenutasi a Massafra giovedì 14 marzo si è concluso l’itinerario spirituale che ha coinvolto tutte le vicarie della Diocesi che hanno accolto il Vescovo, Mons. Sabino Iannuzzi, e con lui si sono messi in ascolto della Parola di Dio.
Questa sorta di pellegrinaggio della Parola di Dio, partito da Laterza il 23 febbraio, ha toccato Palagiano il 26 febbraio, Palagianello il 5 marzo ed il 7 marzo a Castellaneta Marina per incontrare la vicarìa della zona costiera; dall’11 al 14 marzo ha fatto tappa nelle vicarìe di Mottola, Castellaneta, Ginosa e, come si è già scritto, Massafra.

Nel Messaggio inviato alla Diocesi all’inizio della Quaresima, il Vescovo aveva sottolineato l’opportunità per tutti di “riappropriarsi della bussola della Parola di Dio - Lampada per i miei passi…, luce sul mio cammino (Sal 119, 105) - che può donare senso alla direzione del nostro avanzare verso la meta, illuminando di sapienza ogni singola scelta, anche attraverso l’impegno ecclesiale del ‘camminare realmente insieme’ “.

Attraverso la lectio divina il Vescovo ha sottolineato che quella strada che va da Gerusalemme a Gerico richiama simbolicamente i chiaroscuri della vita di tutti e che nell’ascolto della “Parabola del Buon Samaritano” ci si riscopre sia destinatari della carità di Dio verso di noi attraverso il suo Figlio Gesù, sia canali di quella stessa carità divina che vuole raggiungere “ogni uomo o donna che mi passa accanto”. Prossimi – ha sottolineato Mons. Iannuzzi nella lectio - non si nasce, si diventa.
Ed ha aggiunto che per vivere da credenti la carità in questo nostro tempo occorre riscoprire il primato della teologia, della prospettiva di fede, non tanto della sociologia; non basta leggere i dati se poi non si accoglie la chiamata del Signore a mettersi in gioco con lo stesso impegno che Egli ha affidato al dottore della Legge: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10,37).

La realtà che si è palesata davanti agli occhi di coloro che hanno percorso la Gerusalemme – Gerico era la stessa: l’uomo lasciato mezzo morto dai briganti.
La differenza, ieri ed oggi, - ha suggerito Mons. Iannuzzi sin dall’inizio di questo anno pastorale - la fanno lo sguardo ed il cuore, la compassione e la cura, il restare accanto ed il farsi carico.

 

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