Misericordia, Comunione ai divorziati, Casa famiglia e migranti nel dialogo fra vescovi e pubblico
Serata straordinaria nella Cittadella della cultura, quella del 30 novembre scorso: mons. Claudio Maniago, accettando l’invito dell’Utep si è trattenuto per circa tre ore con gli “studenti” e molti cittadini, rispondendo alle loro molte domande, dopo gli interventi del presidente Michele Cristella, del sindaco Gianfranco Lopane e la sua spiegazione del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco e conclusosi da poco.
Gli interventi sono stati moderati da Grazia Basta.
Dopo i canti del coro diretto da Franco Guida, aprendo il dibattito, Cristella ha presentato l’Utep al vescovo: un’associazione che, discutendo di cultura e arte, si è data lo scopo “di resistere a questi tempi aridi e tristi” attraverso lo stare insieme, l’essere comunità, famiglia di famiglie, conoscere la propria storia e avere un’etica dell’avvenire, cioè le grandi visioni collettive che hanno in sé un che di religioso. Il mondo odierno – ha spiegato il presidente dell’Utep – attraversa una fase di chiasso, di egolatria, derivante dalla mancanza di ragione e quindi di giustizia e pace. Occorre quindi coltivare la speranza agostiniana di indignazione per le cose che non vanno e di coraggio per cambiarle. Concludendo il suo saluto, Cristella ha segnalato al sindaco e al vescovo che Laterza è uno dei paesi della gravina una cui chiesa rupestre, il Santuario Mater Domini, ha a figura intera, l’affresco dell’Odigitria. Paesi e chiesa della Gravina, quindi, se collegassero tutte le Odigitrie aggiungerebbero al valore ambientale della gravina, quello storico e culturale del turismo religioso.
Il sindaco Lopane ha riconosciuto il valore sociale e culturale dell’Utep e, ha detto, dandole la Deco, ha voluto riconoscerla come proprio patrimonio. Oggi, ha concluso il sindaco, la nostra è una comunità coesa, in cui vige reciprocità e solidarietà e vede il proprio futuro in termini di territorio.
Vasto, articolato e chiaro il discorso di mons. Maniago sulla Misericordia. La speranza, ha esordito il presule, non è un ultimo rifugio, ma una richiesta di impegno, ha bisogno delle nostre braccia, che ciascuno spenda tutti i talenti ricevuti. E si lega alla Misericordia, sentimento al quale Papa Francesco ha dedicato un giubileo straordinario.
La parola, ha spiegato il vescovo, è parola di preghiera, Francesco l’ha resa d’attualità e l’esempio più eloquente di essa è la parabola del “Figliol prodigo”, del padre che restituisce al figlio tornato, quindi pentito, tutta la sua dignità, senza alcun rimprovero. Ed ecco, ha continuato il vescovo, l’altra faccia della Misericordia: essa ha una incidenza sociale, perché una società misericordiosa, con opere e fantasia, cura la dignità di ciascuno, a cominciare da quella dei poveri. In tal senso il papa, ha aggiunto il vescovo, ha voluto che in tutte le chiese una Domenica all’anno sia dedicata ai poveri.
Infine, ha concluso mons. Maniago, alla Misericordia va ascritto il perdono che ciascun sacerdote può dare a chi si sia pentito del delitto d’aborto.
Il dibattito è stato un dialogo molto intenso; sono state fatte domande da “terzo grado”: rinnovo della dirigenza del Comitato Mater Domini, stato d’abbandono della Casa famiglia, recuperare la musica religiosa delle opere laiche, i migranti, la comunione ai divorziati, trasformare il “non fare agli altri” in fare, le omelie stranianti, lo stipendio del prete, il calore che si riceve nel portare la comunione agli anziani, i soldi dell’otto per mille.
Il vescovo ha risposto a tutti: la deputazione sarà rinnovata nel prossimo anno, secondo la tempistica tradizionale, per la Casa famiglia si sta mettendo ordine per ricominciare, la comunione ai divorziati va vista caso per caso, e comunque tutti i divorziati possono far parte della Chiesa, per la musica religiosa d’opere laiche si va distinguendo fra musica liturgica e musica religiosa, recuperando così i capolavori di Verdi, Gounod, Schubert, anche ai migranti bisogna applicare il senso della sacralità della vita e ricostruire la cultura della solidarietà. Infine sull’otto per mille alla Chiesa cattolica: i milioni donati dal popolo italiano alla Chiesa cattolica, non vanno al Vaticano ma alla Cei, cioè ai vescovi che provvedono sia allo “stipendio” dei sacerdoti (va da 900 euro a 1600 euro), sia alla manutenzione dell’immenso patrimonio artistico delle chiese.
Alla fine l’Utep ha donato al vescovo un quadretto dell’Odigitria, della maestra di decoupage Nunzia Astone, un cesto di specialità laertine da forno e una confezione di cartellate al vin cotto di Domenica Gallitelli (Chechella).
Conclusione secondo tradizione: la foto d’insieme e gli affettuosi saluti di ciascuno.
lc