Nel pomeriggio di lunedì 4 luglio S. E. Mons. Iannuzzi ha incontrato a Marina di Ginosa gli Insegnanti di Religione Cattolica con incarico annuale, gli studenti della Diocesi iscritti agli Istituti di Scienze Religiose ed il Direttore dell’Ufficio Scuola diocesano, don Michele Marco Quaranta.
L’Ufficio diocesano si distingue per l’attenzione alla formazione dei docenti da un punto di vista didattico-legislativo, poiché l’IRC è nella scuola italiana secondo le finalità della scuola stessa, seppur con tutta la sua specificità. Peraltro, il MIUR stesso (Indicazioni Nazionali 04/09/12) ha affermato che la Scuola rivitalizza gli aspetti più alti e fecondi della nostra tradizione, tra cui la Cristianità.
Non è un caso che tra gli ultimi incontri – svoltisi alla presenza dell’Ordinario diocesano del tempo, Mons. Claudio Maniago – abbia relazionato anche la dott.ssa Lucrezia Stellacci, collaboratrice del Ministero, già Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regione Puglia.
Indubbiamente, però, i momenti più alti e significativi di formazione sono stati quelli tenuti dallo stesso Direttore e da sacerdoti della diocesi, su tematiche di scottante attualità; tematiche, che coinvolgono appieno gli IdR, mettendo in gioco tutta la capacità di prossimità e di comprensione, che dicono l’appartenenza ecclesiale ed una vita improntata ai valori evangelici.
Gli Insegnanti di Religione, da autentico corpo-docente che condivide un impegno di fede ed un impegno educativo, divengono punto di riferimento per molte famiglie, anche straniere, di diversa religione, le quali colgono nell’Insegnante di Religione un’attenzione alla vita dello studente che va ben oltre l’aspetto del sapere.
In questo contesto è stata premura di don Michele chiedere al Vescovo un incontro ancor prima della consegna delle nomine, invito al quale mons. Iannuzzi, con l’amabilità che abbiamo constatato fin dal suo primo incontro pubblico, non si è sottratto.
Interpretando i sentimenti degli astanti – tra i quali il parroco don Giuseppe Laterza, Mons. Gennaro Inglese, i Dirigenti Scolastici Marianna Galli, Gianluigi Maraglino e Anna Como, Enzo Pugliese (Cons. prov. SNALS), Roberto Calienno (Segretario Nazionale CISL) con i suoi più stretti collaboratori Daniela Meli, Fabio Mancino e Davide Monteleone, Raffaele Gentile (delegato del Direttore dell’Ufficio Provinciale Scolastico, Vito Alfonso) – don Michele ha rivolto il saluto al presule recuperando due sue espressioni.
La prima incisa nel motto episcopale, la seconda colta dall’incipit del messaggio omiletico tenuto il 15 giugno a Castellaneta durante la Celebrazione eucaristica di inizio ministero pastorale: «Patris Corde, con cuore di padre. Eccellenza, se lo lasci dire: con questa metafora iperbolica che impatta e rievoca immediatamente la più bella, reale, totale, credibile, pura e genuina delle esperienze che un uomo possa fare in vita – essere amati senza riserve per quello che si è, così come si è, e per il sol fatto di essere come solo un genitore è capace di fare-, è arrivato al nostro cuore di figli.San Leopoldo Mandic, figura di nostra comune conoscenza, era solito confortare quanti, con animo travagliato, si accostavano al suo confessionale per ricevere forza in una carezza, ripetendo: “Coraggio, coraggio figlio mio, in Cielo abbiamo un cuore di Padre, e tanto ci basta!”. Si, perché è nei momenti di estrema sofferenza e fragilità che, sin da fanciulli e per il resto della vita, ognuno di noi è stato abbracciato da un padre che, stringendoci forte al proprio cuore, ci ha detto: coraggio figlio mio, non aver paura, ci sono io e sono con te! Ed in fondo è davvero solo questo quel che basta: sapere che siamo amati, e la nostra forza sta nel conforto e sostegno di chi ci è accanto, non garantendo la risoluzione di tutti i nostri problemi, ma promettendo di affiancarci per affrontarli e risolverli insieme. Per questo, caro Padre Sabino, io, noi siamo grati a Dio e alla Chiesa che lei sia con noi e per noi e le chiediamo di aprire e mostrarci tutta la ricchezza del suo cuore di padre.
Finalmente siamo insieme! Ed è la seconda suggestione di questa riflessione. Lo ha detto lei, Eccellenza, nell’incipit della sua omelia pronunciata nella prima Messa celebrata con noi a Castellaneta; ora, però, se lo lasci dire da parte nostra: finalmente insieme al nostro Vescovo, e questa sera, assieme ai suoi Insegnanti di Religione, si è qui riunita anche una piccola rappresentanza del mondo della Scuola che insiste nel territorio diocesano. Eccellenza, lo creda, è principalmente il desiderio di conoscerla e di sentirci da lei conosciuti che motiva il nostro stare qui con lei e qualifica il clima di questa serata.
Desidero, desideriamo come insegnanti e operatori della Chiesa e della Scuola, vivere questo appuntamento arricchendoci ancora una volta del suo messaggio.
Personalmente sento che ci ama, ancor prima di conoscerci e vorrei davvero che anche lei percepisse tanto da parte nostra, disposti, come siamo, ad offrirle generosa e leale collaborazione per l’edificazione del Regno di Dio, in questa porzione di Chiesa».
Di seguito gli indirizzi di saluto degli ospiti e la condivisione di alcune esperienze scolastiche da parte dei docenti, preceduti da una breve riflessione di Mons. Gennaro Inglese il quale ha invitato educatori ed insegnanti a comunicare e dialogare con i ragazzi «con linguaggio dolce, con sorriso, con amore, perché l’amore è la terapia più miracolosa. Sant’Agostino paragona il ruolo del maestro a quello di colui che soffia sulla brace con discrezione.
La discrezione dice la misura, perché se si soffia troppo c’è il rischio di spegnere e se si soffia poco non si riesce neanche a smuovere la cenere. C’è una piccola fiamma dentro ogni uomo, che va solo aiutata a non spegnersi. Forse molti ragazzi non hanno interesse a Dio, ma alla loro vita sì: aspettano che qualcuno si interessi a loro portando alla luce le domande che sono nascoste in fondo al loro cuore».
Mons. Iannuzzi nel corso del suo intervento ha riepilogato momenti significativi della propria vita e degli anni di insegnamento, incarico lasciato nel 2001 «per lasciar libero un posto di lavoro», decisione presa dopo aver incontrato una madre di famiglia che aveva stretto bisogno di lavorare. Non ha lasciato indifferenti questo passaggio che lascia trapelare la grande umanità di Mons. Iannuzzi.
Durante la presidenza dell’Unione dei Frati Minori d’Europa – ha continuato il Vescovo – è stato l’ideatore dell’Itinerario Europeo del Sapere, presentato a Lucca nel 2017 all’interno del VII forum degli Itinerari Culturali indetto dal Consiglio d’Europa. Un itinerario rivolto soprattutto ai giovani affinché possano riscoprire i grandi valori francescani (itineranza, pace, rispetto, dialogo…) diffusi anche attraverso l’esperienza delle antiche Università, fondate o qualificate dalla presenza dei frati minori.
Il Vescovo ha proseguito sottolineando l’importanza del «vivere la dinamica relazionale per generare reti collaborative tra Scuola, famiglia, parrocchia; convergere e far rete è percepita come cosa difficile, ma al contrario costituisce un’opportunità di incontro e dialogo. Generiamo realtà aperte per incontrare l’uomo – e dunque lo studente – nel concreto del suo vivere!».
Un passaggio estremamente significativo è stato l’aver indicato con chiarezza che «la missione della Chiesa non può manifestarsi nella sua interezza se non si recuperano la cultura locale e la realtà territoriale, ove si è esistenzialmente innervati». Ed ancora: «Le azioni educative durevoli attingono alla formazione sociale, che fa di una persona un cittadino del suo tempo. Un cittadino attivo. Per questo è necessario un aggiornamento continuo, cosa che richiede docilità».
Riprendendo un concetto espresso durante la preghiera iniziale, Mons. Iannuzzi ha riproposto quella grande virtù, oggi piuttosto rara, che è la docilità, per l’appunto; Anzi, docibilitas! Ovvero la capacità di lasciarsi formare dall’azione dello Spirito, nella libertà, rispondendo agli appelli di Dio e degli uomini.
E, infine, il mandato agli Insegnanti di Religione Cattolica: «siate un volano a favore delle famiglie».
Maria Carmela Bonelli
Foto di Giuseppe Perrone