Un invito alla preghiera e alla responsabilità solidale da parte di Papa e della Chiesa italiana
“Stamattina ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati quaranta morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi e per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle. E non dimentichiamo la tragedia della guerra in Ucraina, già un anno è stato fatto di guerra. E non dimentichiamo il dolore del popolo siriano e di quello turco per il terremoto”. (Papa Francesco durante l’Angelus del 26 Febbraio 2023)
Nota del Presidente della CEI
Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste. Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre. Il bilancio è drammatico e sale di ora in ora: sono stati già recuperati 40 corpi, tra cui molti bambini. Ci uniamo alla preghiera del Santo Padre per ognuno di loro, per quanti sono ancora dispersi e per i sopravvissuti. Li affidiamo a Dio con un pensiero per le loro famiglie.
Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero. Occorrono scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe.
L’orologio della storia non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale. Che sia una nuova operazione Mare Nostrum o Sophia o Irini, ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza.
Presa di posizione del direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello
Si ha oggi notizia di un tragico naufragio nei pressi di Cutro, nel Crotonese. Decine di persone sono morte nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Cadaveri sono stati ritrovati sulla spiaggia, altre persone sono e rimarranno disperse in mare.
Di fronte a simili tragedie, la Caritas Italiana richiama tutti alla propria responsabilità per trovare soluzioni adeguate di fronte al fenomeno globale delle migrazioni, che guardino al bene comune e non a interessi di parte.
È purtroppo solo l’ultimo di tanti episodi che ci devono interrogare. Questo naufragio avviene all’indomani della conversione in legge del decreto che limita gli interventi di salvataggio in mare. Caritas Italiana ribadisce l’urgenza di una risposta strutturale e condivisa con le Istituzioni e i diversi Paesi, affinché l’Italia e l’Europa siano all’altezza delle loro tradizioni, delle loro radici e del loro umanesimo.
La questione delle migrazioni, della fuga dalla miseria e delle guerre, non può essere gestita come fosse ancora un’emergenza. Penalizzare, anziché incoraggiare, quanti operano sul campo non fa che aumentare uno squilibrio di umanità. La vita è sacra e va salvaguardata, sempre: salvare le vite resta un principio inviolabile.
Come già il Consiglio Permanente della CEI ebbe a ricordare alla vigilia delle elezioni, è tempo di scelte coraggiose e organiche, non di opportunismi, ma di visioni. È tempo che i diversi attori si confrontino per trovare una soluzione corale e costruttiva, per il bene di tutti.
Da parte sua, la Chiesa continua ad assicurare l’impegno e la disponibilità nell’operosità concreta e nel dialogo. La bussola, per i cristiani e non solo, restano i quattro verbi indicati da papa Francesco in relazione alla questione delle migrazioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
L’accoglienza delle persone che arrivano e arriveranno sul nostro territorio è per noi un fatto importante, che ci impegna, al di là della discussione sull’opera delle Ong e del loro ruolo nel mare Mediterraneo.
Caritas Italiana, per conto della Chiesa che è in Italia e in collaborazione con altre organizzazioni e il Governo, col progetto dei Corridoi umanitari pone un “segno”: si possono, dunque si devono, organizzare vie sicure che evitino i pericoli dei viaggi per mare e che diano prospettive reali alle persone migranti.
Un pensiero e una preghiera per chi, nelle ore passate ha perso la vita nel mare e a quanti, sopravvissuti, vivranno sempre segnati da un dolore che potrà essere lenito solo dalla nostra vicinanza umana.