Durante il Regina Caeli del 24 Maggio scorso, Papa Francesco ha indetto un anno speciale per riflettere sui temi da lui trattati nella Lettera Enciclica Laudato sì, che proprio in questa data ha compiuto il suo quinto anniversario.
Primo passo di questo importante anniversario è stata la presentazione, lo scorso 18 Giugno, del Documento “In cam-mino per la cura della casa comune – A cinque anni dalla Laudato si’”, elaborato dal Tavolo Interdicasteriale della Santa Sede sull’ecologia integrale.
Nella presentazione del volume, Mons. Gallagher ha ricordato che “il principale obiettivo non è quello di duplicare la Laudato si’, ma di rilanciare la ricchezza dei contenuti di un’Enciclica che è ancora molto attuale, come messo ancora più in luce dalla situazione mondiale determinata dalla pandemia da Covid-19, offrire un orientamento sulla lettura dell’Enciclica, promuovendone elementi operativi che scaturiscono dalle riflessioni contenute in essa e minimizzandone i rischi di fraintendimento e favorire la collaborazione tra i Dicasteri della Curia Romana e le Istituzioni cattoliche impegnati nella diffusione e nell’attuazione della Laudato si’”.
Sul tema dell’ecologia integrale si è soffermato anche Mons. Duffè, che invita a “guardare e lasciarsi toccare da una terra che soffre in silenzio e la cui sofferenza è direttamente legata all’attività umana, così come alla sregolatezza climatica, che questa attività ha provocato”. Il riferimento sulla soluzione è da ritrovare nella storica omelia del Papa il 27 Marzo: “è il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri.
I TEMI DELLA LAUDATO SI’
“Casa comune” è l’aspetto che il Papa sottolinea più volte e loda la varietà della terra usando le parole del Cantico dei Cantici di San Francesco d’Assisi.
E proprio il Santo Padre, nella parte introduttiva dell’Enciclica, afferma che “la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato”. Allo stesso tempo, esorta al confronto sulle sorti del pianeta in quanto argomento di interesse comune.
Nel primo capitolo, il Papa affronta le tematiche che stanno caratterizzando questo tempo, derivate dalle conoscenze scientifiche acquisite. Nel contempo, il Pontefice sottolinea come “l’obiettivo non è di raccogliere informazioni o saziare la nostra curiosità, ma di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo”. I temi affrontati sono l’inquinamento, la cultura dello scarto, i cambiamenti climatici, l’accesso all’acqua, la perdita di biodiversità nella connessione globale del cosmo, il deterioramento della qualità della vita e l’inequità planetaria. Alla “luce offerta dalla fede” è dedicato il secondo capitolo: il Papa offre spunti di riflessioni partendo dai testi biblici. Infatti “la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe”. Il Papa parte dal racconto della creazione per spiegare il rapporto tra l’essere umano e le altre creature, ma anche sul valore proprio di ogni creatura.
Nel terzo capitolo c’è l’analisi della crisi ecologica: tema cardine è la tecnologia, che dà “a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero”; Francesco pone l’attenzione sulla sbagliata cultura dell’usa e getta, sul rapporto utilitaristico dell’uomo nei confronti degli altri e dell’ambiente. «Quando parliamo di “ambiente” facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita»: importante è l’attenzione posta al principio del bene comune e della giustizia tra le generazioni … ecco la proposta dell’ecologia integrale del quarto capitolo.
Nel quinto capitolo, il Papa sottolinea l’importanza del dialogo attraverso cinque percorsi: sull’ambiente nella politica internazionale, verso nuove politiche nazionali e locali, trasparenza nei processi decisionali, politica ed economia in dialogo per la pienezza umana e le religioni nel dialogo con le scienze.
Nel sesto e ultimo capitolo l’invito a convertirsi per la nascita e lo “sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita”: “la grande ricchezza della spiritualità cristiana costituisce un magnifico contributo da offrire allo sforzo di rinnovare l’umanità”.
Nico Rotolo